Testi critici e note biografiche
Nella produzione artistica degli ultimi decenni, la riflessione sullo
spazio ha ormai un ruolo preponderante. Far percepire in modo nuovo gli
ambienti in cui viviamo sembra essere il fine di molti giovani artisti.
Le opere di Pino Lia hanno sempre una relazione più o meno
evidente con lo spazio in cui sono esposte.Nei suoi lavori Lia sembra
voler contaminare la tradizione pittorica dell’astrattismo
geometrico con il decorativismo tipico dell’estetica orientale.
In realtà ogni opera
costituisce un’inedita riflessione sul rapporto tra ciò
che è interno ed esterno all’immagine, sulla
possibilità di trasformare lo spazio che circonda i dipinti
reinventandolo al loro interno….
Roberto Borghi
Gli archivi del sacro di Pino Lia
“Creta”, questo il titolo del lavoro con cui Lia ci
fa riflettere sulle future e progressive(?) sorti del mondo, è
uno scrigno dei doni più preziosi ed elementari che la natura da
secoli fa sbocciare come fiori in terra, stelle sulla volta celeste.
Come preservare tuttavia, dall’incombere di un nero ed
atrofizzante alito di morte, quello del buco dell’ozono e dei
conseguenti disastri ambientali, l’indifesa potenza di quegli
elementi? Come succhiarne all’infinito la linfa per sentirci
ancora radici e passaggi di sostanza eterea/eterna nel cielo? Versando
le gocce di quella vivificante pozione magica fatta di foglie, erbe,
polveri, pietre e fiori nell’antro di coppe sacrali, identiche
nella loro forma e unite coralmente in una consegna infinitesimale e di
non ritorno al Paradiso dei quattro elementi: l’isola di Creta.
Come Arcadia e luogo antico, ancestrale ma nello stesso tempo sospeso
dai flutti del tempo e delle maree, Pino Lia vuole recapitare lì
il suo archivio del mondo, registrato coi numeri su cui poggiano le
geometrie della Terra e plasmato nelle particelle modulari che ci
compongono, atomi in cui cresciamo e ci decomponiamo, che si ripetono
esternamente, quanto internamente nelle leggi e nei movimenti
dell’universo. Esse racchiudono i misteri del cosmo e con
precisione sbalorditiva, tanto da non essere in grado di spiegarsene la
perfezione, sorreggono le strutture del reale, del sogno, del simbolico
e dell’immaginifico: i quadrati. Variando forse di colore e
certamente di leggere sfumature semantiche, il quadrato conserva,
assorbe e riluce l’equilibrio delle forze, l’ordine
dell’empirico, la stabilità degli sconvolgimenti, in un
disegno segreto ma tremendamente vivo proprio ad ogni cultura,
religione e filosofia dei popoli del nostro (forse anche di altri!)
pianeta. Affidare perciò la propria arte all’archetipo
universale della misura, affinché essa affondi nel cuore della
terra per confondersi alle luminose linee architettoniche che animano
l’esistenza, nella perfezione di un immutabile quadrato che muta
incessantemente le sue combinazioni, senza mai perdere la formula
magica che ne tiene uniti i “lati”, è un gesto di
amore, silenzioso e rituale. Con l’affettuosa premura dell’
archivista e la lucida consapevolezza dell’alchimista, Lia cerca
nel ritorno all’unità primordiale, quanto nella
testimonianza delle infinite luci che ci brillano e che soprattutto
facciamo brillare ogni giorno semplicemente “vivendo”, la
via su cui indirizzare la sua ricerca artistica, per questa volta
veleggiando verso la Grecia, la prossima si vedrà!
Viola Lilith Russi
Estratto da: "Lucia Pescador e Pino Lia: Due inventari a confronto"
..."L’inventario di Pino Lia da diverso ma non meno importante
presupposto: la conservazione della natura in ossequio all’uomo.
Pienamente consapevole che non vi possa essere vita umana senza la
natura circostante che la consenta..Una vena di pessimismo percorre
l’impianto e anche una apparente contraddizione: conservare gli
elementi primari della natura, plastificarli, in modo che l’uomo
del futuro (ammesso che possa sopravvivere senza natura) li possa
ritrovare. Catalogare singoli, pochi elementi in rappresentanza del
tutto forse destinato a scomparire. Un monito o una strada da
percorrere per la conservazione e la tutela dell’ambiente? La
parete di fondo della sala e il pavimento ad essa contiguo sono gli
spazi occupati da Pino Lia. La croce, presa a simbolo della terra,
della radice e dell’albero che si innalza verso il cielo,
è l’elemento di unione. Ritagli di croce sono disseminati
sul pavimento e la croce è sul fondo di tutti i quadri posti in
parete. In fila sul pavimento, contornate dalle croci, sette ciotole
votive. Ciascuna con un elemento da preservare: foglie (elementi del
vegetale), alloro (simbolo della gloria umana), pietra (elemento
più diffuso nell’universo), sabbia del deserto Tunisino
(assenza di vita apparente), fiore calicantus dall’intenso
profumo (una delle delizie della vita), carbone (vegetale mutato in
minerale), disco di Festo ad oggi indecifrato (comunicazione
dell’uomo che può non arrivare all’uomo). Ventotto
sono disposti in parete (quattro in verticale per sette in orizzontale
in corrispondenza delle ciotole) in composizione rettangolare. Gli
elementi contenuti nelle ciotole sono riproposti in
“pittura” computerizzata, con diversi colori e variazioni,
al centro di ciascuna croce. I quadri sono poi plastificati, per
l’appunto con un’operazione che simula il congelamento e la
conservazione.Per ultimo la composizione rettangolare
dell’installazione pone naturalmente e simbologicamente in primo
piano la condizione dell’uomo legata indissolubilmente
all’elemento della terra."
Stefano Soddu 2006
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SITART: PINO LIA
Note biografiche, principali mostre ed esposizioni
PINO LIA
Nato a Mesoraca (KR) 1955, diplomato all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano.
Negli ultimi anni la sua ricerca approfondisce il tema della multiculturalità, il lavoro
come luogo delle contaminazioni e delle intersezioni non soltanto nelle tecniche, ma
anche di svariati materiali e ibridazioni espressive.
Vive e lavora a Milano.
Mostre recenti
2011 Padiglione Tibet, c/o Palazzo Ca Zanardi, Venezia, a cura di Ruggero Maggi
- O’
smagià là tùaia, Strabella (PV) a cura di Lorenzo
Alagio, Pino Diecidue
- La formazione
dell’uno, Galleria Nazionale Di Cosenza, acura di M.Pasaroqua, F
Gordaro
- Libro d’artista, Sblu_spazioalbello, a cura di Susanna Vallebona
2010 Generation, Galleria Arti Visive dell’università del Melo, Gallarate (VA)
- Artisti Italiani a Pécs, Pannon Magyar Kultura Hàza- Ungheria
- Misurecelesti, Ex Chiesa S.Francesco, Como – a cura V.L.Russi.
- Artisti per la salute, Galleria Derbylius, Milano – a cura M. Maiocchi.
- Museo del fango, Giampilieri (ME)
2009
- Couples a p(art)ager, Liegi, Belgio (collettiva)
- Box shock, Spazio Anzitempo, Milano – a cura di Ronald Facchinetti (coll.)
- I muri dopo Berlino, Spazio Tadini, Milano (coll.)
- Il riso di Jackson,
(performance), P. Lia e Birthmark, Testo di M.Galbiati, Studio dieci
citygallery, Vercelli
Courtesy Galleria 10.2! Dieci.due!, Milano
- Tornare @ Itaca, Spazio Tadini, Milano
- Identità mutanti, Circolo Culturale Bertolt Brecht, Milano
- Mappe d’artista
1959-2009, Museo dell’Aeronautica “Gianni Caproni”,
Mattarello (TN)- e Biblioteca Angelica,
Roma, a cura di Viola Lilith Russi, Studio D’ars(coll.)
2008
- Clicking the territory, Aviosuperficie, Vespolate (NO), (inst)
a cura di Pina Inferrera e Micaela Mander e Ass. cult. Idea Vita
- Le Porte, Parco di Villa Casnati, Bussero (MI) (inst)
- Provvisorial_ mente la Public Art Governa la Piazza, Milano (inst)
2007
- Christmas City Park, C.so Buenos Aires, Milano – (albero)
- Terre d’Acqua / In- Via
l’Arte, Spazio Culturale Santa Chiara, Vercelli , curata da
M.Galbiati, L.Giudici, C.Guerra, A.Madesani, Galleria Dieci.due! e Ass. Cult. Idea Vita
- Voci tra cielo e terra, Galleria Bazart, Milano – (inst + performance)
- Atelier d’Artista, Villa il Castagno, Gambassi Terme, (FI) (inst)
- Riso avaro, Sede
Università A. Avogadro, Novara, a cura Ass. Cult. Idea Vita,
(inst)
- Urban e public Art luoghi possibili, Cons. Zona 2. Milano (inst)
- Fame Vera, Museo Malandra, Vespolate (NO) progetto Ass.cult Idea Vita,
- La città dell’aria, Aranciaia di Colorno, (PR)
2006
- A creta, Galleria Azzardo, Milano
- Migra-Azioni, Migra identità, Vespolate e Arengo del Broletto, Novara
a cura Galleria Deci.due! e Ass.cult. Idea Vita
- Contact- Casa Cairo, a cura Jacqueline Ceresoli, Milano
- Il Proprio Luogo,
Castello Borromeo, Corneliano, (MI) a cura di Maria Rosa Pividori
2005
- El “Che” Centre Rops, Bruxelles, Belgio
- Creta , ContainerArt, Bergamo
- Padiglione Italia, 13x17, (esserci) a cura di Philippe Daverio, Venezia